
Francia e Italia: società senza figli?
Comprendere il calo della natalità: è comparabile nei due Paesi?
Il calo dei tassi di natalità in Francia e Italia è un fenomeno multidimensionale che solleva interrogativi sulle somiglianze e sulle differenze nelle rispettive traiettorie. Questa parte si propone di esplorare i fattori chiave di questa tendenza, evidenziando l’impatto degli sviluppi socio-economici e culturali nonché delle politiche familiari e dei sistemi di sostegno alla genitorialità. Se i due paesi condividono sfide comuni come l’accesso precario al lavoro o la conciliazione tra carriera e famiglia, alcune differenze strutturali e politiche segnano notevoli divergenze. Comprendere questi elementi è essenziale per identificare le particolarità di ciascuna società che si trova ad affrontare questo problema.

Fattori socioeconomici
In un contesto di trasformazione economica globale, la precarietà del mercato del lavoro emerge come un fattore chiave che spiega il calo del tasso di natalità in Francia e Italia. Infatti, la disoccupazione, i contratti precari e i bassi salari incidono direttamente sulla capacità delle coppie di prendere in considerazione la possibilità di creare una famiglia. In Italia la situazione è aggravata da un’economia stagnante e da una forte disparità regionale: il Sud del Paese è particolarmente colpito dalla disoccupazione giovanile. In Francia, nonostante il lavoro sia generalmente più accessibile, molte persone rinviano la decisione di diventare genitori, ritenendo che la loro situazione finanziaria non garantisca un futuro stabile ai propri figli.
Il ruolo delle donne nella società è cambiato profondamente negli ultimi decenni. In Francia come in Italia, una percentuale crescente di donne accede all’istruzione superiore e si inserisce nel mercato del lavoro. Ciò ridefinisce le priorità e sfida l’idea che la maternità sia una fase inevitabile della vita. L’aspetto carrierista predomina, soprattutto in Francia, dove la parità di genere sul lavoro è più apprezzata. In Italia, questo sviluppo talvolta si scontra con le tradizioni più conservatrici, in particolare negli ambienti che sostengono ideologie che promuovono il tradizionale ruolo materno.
In entrambi i paesi, l’alto costo degli alloggi e della vita rappresenta un grosso ostacolo per le giovani coppie. In Francia, le grandi metropoli, dove si concentra l'occupazione, presentano prezzi immobiliari spesso proibitivi per le famiglie. In Italia, i giovani adulti spesso restano più a lungo con i genitori, a causa della mancanza di mezzi per diventare finanziariamente indipendenti. Questo aumento del tempo trascorso a casa ritarda anche i piani di genitorialità.
Fattori politici e sociali: una differenza marcata?
L’instabilità economica, le crisi climatiche e i conflitti geopolitici sollevano preoccupazioni che influenzano la decisione di avere figli. In un contesto segnato da una crescente incertezza, molti scelgono di rimandare o abbandonare l’idea di mettere su famiglia. In Francia emergono preoccupazioni ecologiche: alcuni preferiscono limitare il numero di bambini per ridurre la loro impronta ecologica.
La Francia, storicamente rinomata per le sue generose politiche familiari, beneficia ancora di programmi di incentivi come gli assegni familiari e il congedo parentale. Tuttavia, le restrizioni di bilancio e la mancanza di infrastrutture (in particolare in termini di asili nido) ne limitano l’impatto. In Italia, le politiche familiari sono meno sviluppate, anche se recenti riforme, come il Family Act, cercano di invertire la tendenza.
Se il calo della natalità colpisce entrambi i Paesi, l’Italia si trova in una situazione critica. Con un tasso di fertilità di soli 1,25 figli per donna nel 2022, il Paese sta vivendo un declino senza precedenti. La Francia, invece, nonostante un recente calo, resta tra i Paesi europei con il tasso di natalità più elevato (1,68 figli per donna nel 2023).