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Le conseguenze delle società senza figli: un destino comune per Francia e Italia?

Il calo della natalità non è un fenomeno isolato ma si accompagna a numerose conseguenze demografiche, economiche e sociali, che però differiscono tra Francia e Italia. Sebbene l’invecchiamento della popolazione e la contrazione della forza lavoro pongano sfide importanti per entrambi i paesi, gli impatti variano a seconda dei contesti nazionali. Questa parte esamina gli impatti sui sistemi pensionistici, sul mercato del lavoro e sulle relazioni intergenerazionali, mettendo in discussione il diverso destino demografico ed economico di queste due nazioni di fronte a una crisi condivisa.

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Sul piano demografico

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L'allungamento dell'aspettativa di vita, combinato con il calo delle nascite, porta a un invecchiamento accelerato della popolazione. In Italia, il saldo naturale è negativo da diversi anni: nel 2020 si registravano 404.000 nascite contro 746.000 decessi. Questo invecchiamento demografico pone problemi al ricambio generazionale, compromettendo la sostenibilità a lungo termine delle economie nazionali. Infatti, l'Italia, con una delle popolazioni più anziane d'Europa, sta vivendo un'inversione della piramide delle età che aumenta la pressione sui servizi sociali e sui sistemi sanitari.

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In Francia, pur essendo la situazione meno critica, l'allungamento della vita e il calo della natalità portano anch'essi a una popolazione che invecchia. Il tasso di fertilità, sebbene superiore a quello dell'Italia, resta insufficiente per compensare l'invecchiamento. Di conseguenza, entrambi i paesi si trovano ad affrontare sfide simili per quanto riguarda il rinnovamento delle generazioni, ma a gradi diversi, il che influisce sulle loro politiche pubbliche e strategie economiche.

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La diminuzione del numero degli attivi minaccia i sistemi pensionistici basati sul sistema a ripartizione. In Francia, la riforma delle pensioni e i dibattiti sull'età di pensionamento riflettono già le tensioni legate a questa problematica. Mentre ormai c'è quasi un pensionato per ogni attivo, i sistemi pensionistici a ripartizione sono messi a dura prova da una popolazione che invecchia. In Italia, la sfida è ancora più urgente, tanto più che il sistema economico si basa fortemente sulla solidarietà intergenerazionale. L'Italia, in particolare, deve fare i conti con un tasso di natalità tra i più bassi del mondo e una bassa immigrazione, due fattori cruciali per sostenere la piramide delle età e mantenere l'equilibrio delle sue finanze pubbliche.

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Sul piano economico e sociale

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Il declino demografico riduce la popolazione attiva, influendo così sulla produttività e sulla crescita economica. L'Italia, con la sua popolazione in invecchiamento e il basso tasso di natalità, sta affrontando una contrazione significativa della sua forza lavoro, il che compromette la sua competitività e capacità di innovare. Questo si traduce in crescenti spese legate alle pensioni e all'assistenza sanitaria, che assorbono una parte sempre maggiore del PIL, a discapito degli investimenti in istruzione, ricerca e sviluppo.

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In Francia, sebbene il calo della natalità non sia così marcato come in Italia, la situazione rimane comunque preoccupante. L'aumento dell'età media alla nascita del primo figlio e l'aumento della precarietà lavorativa influiscono sulla dinamica economica e sulla capacità dei giovani di formare una famiglia stabile. Inoltre, gli investimenti nelle infrastrutture, in particolare nei servizi di assistenza all'infanzia, sono ancora insufficienti per sostenere efficacemente le famiglie attive. Le giovani generazioni, così come i loro omologhi italiani, si trovano ad affrontare difficoltà economiche e sociali che ritardano la formazione di una famiglia e che rischiano di frenare la crescita economica a lungo termine.

Un divario crescente tra le generazioni rischia di alimentare le tensioni sociali. I giovani possono provare frustrazione di fronte al peso economico sostenuto dalle generazioni precedenti, che, pur beneficiando di un sistema pensionistico generoso, lasciano ai più giovani un onere fiscale crescente. Questa situazione può creare risentimento intergenerazionale, in particolare quando i giovani vedono il loro futuro professionale e familiare compromesso da una mancanza di opportunità economiche e da un sistema di solidarietà pensionistica già sotto pressione.

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Una constatazione diversa per i due paesi

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Nonostante il calo della natalità, la Francia si trova in una posizione demografica migliore rispetto all'Italia. La sua popolazione è più giovane e il tasso di fertilità, pur in calo, rimane tra i più elevati d'Europa. Tuttavia, la crescente riluttanza alla genitorialità, l'aumento dell'età media al primo figlio e una popolazione che invecchia rimangono preoccupazioni principali. Nel 2023, con 1,68 figli per donna, la Francia è ancora in una dinamica relativamente stabile, ma ciò è comunque insufficiente per garantire un rinnovamento ottimale delle generazioni.

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Al contrario, l'Italia, con un tasso di fertilità di 1,25 figli per donna nel 2022, si trova in una situazione molto più preoccupante. Il paese rischia un declino demografico irreversibile, con previsioni di riduzione della popolazione che potrebbero arrivare a 5 milioni di abitanti entro il 2050. Questo calo demografico potrebbe portare a una contrazione drastica della popolazione attiva, creando così un grave squilibrio economico. La bassa immigrazione in Italia, a differenza della Francia, che beneficia di flussi migratori più consistenti, aggrava ulteriormente questa tendenza. Di conseguenza, l'Italia si sta dirigendo verso un futuro caratterizzato da una continua diminuzione della sua popolazione, con sfide socio-economiche e politiche enormi.

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Pertanto, sebbene Francia e Italia condividano alcune sfide demografiche, le loro realtà rispettive differiscono notevolmente. La Francia, nonostante i segni di stagnazione della natalità, può ancora contare su politiche familiari relativamente solide e un tasso di immigrazione più elevato, il che le consente di assorbire meglio gli effetti dell'invecchiamento. L'Italia, invece, si trova in una situazione più critica e dovrà intensificare le sue riforme per evitare un declino demografico irreversibile, che comprometterebbe gravemente il suo futuro economico e sociale.

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